Dal lontano 2005, anno in cui si è costituito  il Tavolo del Volontariato Sociale di Granarolo dell’Emilia, è trascorso un decennio.
In questo arco di tempo sono avvenute trasformazioni e mutamenti interni alle Associazioni granarolesi, e,  in particolare, alle Associazioni appartenenti al Tavolo.
E’, tuttavia, rimasto saldo, nell’ambito locale,  la forte tradizione volontaristica supportata dall’Amministrazione  comunale che ha aperto all’autonomia nella scelta dei percorsi da intraprendere una volta prese le decisioni di cornice. In questo caso, si apprezzano le leggi-opportunità e le iniziative prese dalla società civile e dalle Associazioni.
La necessità maggiormente sentita, negli anni precedenti,  si è concretizzata nel bisogno di superare limiti e convinzioni campanilistiche.  Si è dato corpo ad un intervento per organizzare  collaborazioni più fattive, impegnando le strutture stesse  nel compenetrarsi  dell’apporto materiale e immateriale  del volontariato.
Questa affermazione consente di avanzare l'ipotesi che le Associazioni di volontariato hanno lavorato per  definire  e/o ridefinire,  nella giusta misura, alcune condizioni, quali:
la trasmissione di un contenuto positivo di lavorare insieme nell’ottica di unitarietà; la
chiarezza dell’apporto di un contenuto unitario; il  riconoscimento di valore al contenuto unitario rispetto a chi lo legge e lo vive;   il know how, la professionalità e la costruzione unitaria  dei partecipanti al contenuto sono parametri sempre considerati;  ed infine il Volontariato granarolese ha approfondito il modo di operare avviando un   efficientamento delle risorse e soffermandosi sul contrasto tra l’unitarietà e la  perdita della propria identità.
Di fronte ad un lavoro consolidato tra le Associazioni stesse e la Pubblica amministrazione granarolese si è giunti ad un flusso operativo dotato di criteri e regole che ne consentano una chiara decodifica. I sistemi di relazione messi in campo esprimono un livello di fiducia tale da assegnare ai contenuti trasmessi un effettivo valore ( rispetto, regole, fiducia, valore aggiunto, flessibilità, sburocratizzazione), tale per cui  il sistema di relazione è orientato ad un fine condiviso e  la relazione genera una maggiore autonomia.
Una  dimensione fondamentale dell’azione dei volontari è riconosciuta nel radicamento e nella volontà di raccontarsi, evidenziando declinazioni specifiche e più adatte alla vita di comunità e del bene comune (accompagno di Auser per la spesa di una persona sola, serata per utenti Auser, e non, con la prospettiva della socializzazione; adesione e aiuto di un volontario in più Associazioni, impegno verso una “proprietà unica” delle attrezzature per fruirne in modo più appropriato).
Ora, resta da considerare la volontà a guardare al futuro. L’idea di avere e di porsi in itinere degli orizzonti temporali di riferimento è assolutamente fondamentale. La costruzione di altre prospettive future a medio e a lungo termine legano, impegnano e facilitano, allo stesso tempo comportamenti co-operativi e produzione di giochi a somma positiva. La prospettiva che le Associazioni considerano  pare affrontare il breve periodo strutturandosi sul mantenimento delle pratiche già consolidate (appuntamenti per le feste) e di lungo periodo, più’ onerosa, ma più rilevante verso le progettualità e le realizzazioni anche su tematiche differenti: inclusione e dignità delle persone diversamente abili, garanzia di una vita e abilitazione possibile.
La convinzione di tutti gli attori partecipanti è che la partecipazione sia espressione di appartenenza di comunità “reali”; si partecipa dentro delle comunità, dentro dei gruppi specifici, composti da soggetti con precise caratteristiche ed interessati ad aprire il dialogo anche ad esterni e/o “estranei” (esempio: l’Albo del volontario singolo, approvato con delibera consiliare nel 2011).
Un forte impulso alla comunità “reale” è da riconoscere nelle origini della comunità granarolese, la quale si caratterizza per un processo culturale territorializzato, nel quale ha particolare rilievo l’intreccio tra un sistema di governo e la sua esplicitazione in una  way of life, in valori territorializzati in un sistema istituzionale.
Sono stati di forte impatto, e di consolidamento del clima collaborativo, i percorsi di interazione e formazione, rivolti a tutte le Associazioni, lasciando poi lo spazio di scelta a chi si apprestava a divenire attore/ attivo sul campo (es; “il volontariato va a scuola”  dove la Banca del tempo si è presentata alla scuola per due sabati per rendere comune il concetto e il valore del volontariato, affrontando didattica e giochi di squadra). I volontari, cioè le persone fisiche-soggetti solidaristici, che si rendono disponibili ad un servizio personale, spontaneo, gratuito e disinteressato, a servizio di tutta la comunità, operano tanto a titolo personale quanto in organismi pubblici o privati - in molti casi combinando la loro attività con quella di lavoratori o di consumatori-utenti (esempio volontari/consiglieri comunali/presidenti di associazioni; disponibilità di volontari di altre associazioni a fare servizio gratuitamente nelle iniziative di altre associazioni).
Il punto forte del Tavolo  è la solidarietà diffusa. Essa opera come base culturale per un beneficio della intera collettività granarolese.
L'obiettivo futuro del Tavolo del Volontariato sociale è di  realizzare, o migliorare là dove già esistano, azioni e strumenti per l'efficienza e l'efficacia della collaborazione nel sistema del volontariato.

«Ergo onum debet esse omnibus propositum, ut eadem sit utilitas uniuscuiusque et universorum; quam si ad se quisque rapiet, dissolvetur omnis humana consortio»
«Pertanto, solo uno deve essere il proposito di tutti, affinché ciò che
è vantaggioso per il singolo, lo sia anche per tutti;
qualora uno si appropri del vantaggio comune, l'umana società andrà in rovina».
Cicerone Marco Tullio